Benvenuti sul mio blog!

Mi presento: mi chiamo Anna e sono un'educatrice sociale e professionale, nonché educatrice montessoriana.
Fin da piccola ho sempre avuto un debole per i bambini e tutto ciò che riguarda la pedagogia.
La prima volta che ascoltai la parola "pedagoga" ero adolescente e me ne innammorai subito. Questa parola mi ha affascinato per anni, sentivo che riguardava ANCHE i bambini, poi pensai: "da grande voglio fare la pedagoga".
Il mio modello d'ispirazione? Maria Montessori

Non è un caso che il titolo del mio blog mi sia stato ispirato proprio da lei. Infatti il termine "Fanciulli della terra" si riferisce ad un programma, delineato dalla stessa Montessori, per la scuola secondaria*.
Nel mio blog certamente non parlerò del suo programma, ma di tutto ciò che riguarda i bambini e gli adolescenti, in ambito sia educativo che sociale.

Il blog non sarà solo uno spazio dove pubblicare le mie opinioni, ma ci saranno anche delle sezioni dedicate alle favole, al laboratorio manuale, all'educazione Cristiana, ai pensieri pedagogici in genere ed a tutto quello che reputerò attinente.

Grazie per la visita e ...

Buona navigazione!

* Con questo termine essa fa riferimento alla costruzione dell'identità sociale e personale dei ragazzi, partendo dalle origini della civiltà umana, ossia nello stadio in cui i popoli, stabilizzandosi in una terra, aprirono un'era di vita pacifica e di progresso civile. ("Riforme in relazione ai bisogni vitali degli adolescenti" tratto dal libro "Dall'infanzia all'adolescenza" di Maria Montessori Ed. Franco Angeli. pag 116)

lunedì 21 novembre 2016

GLI ADULTI E I BAMBINI: DUE RAZZE CHE NON SI CAPISCONO





"Gli adulti e i bambini sono due razze che non si capiscono",. mi piace questa affermazione di Maria Montessori. Allo stesso modo mi piace la frase che Regni disse in un convegno:
 "... per il fatto che uno di questi due esseri mette al mondo l'altro crede di esserne il creatore"*.

Si parla spesso di educazione, tema così universale a cui non si interessano solo gli studiosi del campo ma anche il resto degli adulti, i quali molte delle volte fanno più danno che bene al bambino.
Infatti, i problemi dell'educazione derivano dagli adulti che non tengono conto dell'individualità del bambino. Questo avviene perchè l'adulto ha il pregiudizio secondo cui il più debole va sottomesso dal più forte. In quest'ottica deriva che il forte è l'adulto e il debole è il bambino.
L'educazione si riflette anche sulla vita psichica di un individuo. Se un bambino non ha la fortuna di avere degli adulti che capiscono la sua reale individualità e le sue attitudini e non sanno quindi offrire stimoli ai suoi impulsi vitali, come li definisce Maria Montessori, che al contrario vengono repressi, egli subirà una deviazione psichica.
Anche la scuola, con le sue riforme, non ha ancora risolto il problema dell'educazione. In un'istituto in cui si pretende che il bambino debba obbedire ma nello stesso tempo vorrebbe che fosse libero, il bambino è soggetto ad una sofferenza dovuta all'obbligo scolastico. È necessaria una riforma reale che prenda seriamente in considerazione il bambino e la sua individualità. Anche l'insegnante deve liberarsi dallo stereotipo che lo spinge ad etichettare un bambino non portato per una determinata materia come "non bravo". Egli deve quindi andare incontro ai bisogni del bambino stesso.
Un altro problema dell'adulto è l'invadenza e la presunzione di avere il diritto dirigere il bambino secondo le proprie convinzioni, ostacolandone lo sviluppo. Il bambino non è uno strumento dell'adulto.
L'adulto che ha di fronte un bambino, deve vederlo come un bambino nuovo, lasciato libero dalla sua ingerenza e messo nella condizione di manifestare i suoi caratteri creativi.
In che modo? Innanzitutto l'adulto deve scrollarsi di dosso l'idea secondo cui il bambino non capisce niente ed è solo un contenitore vuoto da riempire.
Cosa deve fare? Deve farsi umile e servo del bambino. Deve farsi guidare da questa nuova vita e considerarla come suo maestro. Egli chiede al suo adulto-servo di essere aiutato esprimendosi così: "Aiutami a fare da solo". Per permettergli questa autonomia, l'adulto deve fare in modo di costruirgli un ambiente adatto, ossia di offrirgli mezzi materiali, direttive e cognizioni di cui ha bisogno per lo sviluppo autonomo.
L'adulto dunque, deve mettere a disposizione del bambino tutto il materiale a sua misura, offrendogli la libera scelta della propria attività. Solo così svilupperà le sue attitudini e soddisferà i suoi bisogni creativi, progredendo nell'apprendimento. L'importante è che non ci siano né mancanze tanto meno esuberanze di materiali, entrambe nocive al normale sviluppo del bambino, in quanto la mancanza di essi può ostacolarne lo sviluppo stesso, mentre l'eccesso può provocare in lui confusione e dispersione di energie.

"È l'adulto che provoca nel bambino le sue incapacità, le sue confusioni, le sue ribellioni; è l'adulto che spezza il carattere del bambino e ne reprime gli impulsi vitali. E poi l'adulto stesso si affanna a correggere gli errori, le deviazioni psichiche, i rilassamenti del carattere che egli stesso ha prodotto nel bambino". 
 (Il bambino in famiglia – MONTESSORI)


*Convegno del 4/6/2016 La mente assorbente e la mente non scolarizzata

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