Nella mia infanzia, la mattina del 2 novembre trovavo appesa ai piedi del mio letto la calza piena di dolci portata dai cari defunti. Nel mio caso era mio nonno Francesco a portarmela.
In me c'era un misto di curiosità e inquietitudine nel voler conoscere questo nonno, dato che morì giovane.
Passavo la notte insonne finché non crollavo per la stanchezza per poi trovare la calza la mattina.
La sera prima, il giorno di Ognissanti, era tradizione andare insieme con gli amici in giro per le case in cerca dell'"anima dei morti" recitando una filastrocca che dice:
"damm l'an'ma i'mort ca s'no t'sfasc la porta".
Oggi, purtroppo è stato sostituito da "dolcetto o scherzetto" del 31 ottobre che è, tra l'altro, una tradizione che non ci appartiene.
Sarò all'antica, però ci tengo alle tradizioni, perché amo l'Italia e vorrei che la nostra tradizione culturale di ogni regione e di ogni paese non venisse sostituita con quella degli altri paesi.
Nel nostro piccolo, stiamo contribuendo alla distruzione della cultura italiana, così ammirata in tutto il mondo per essere il Paese del mangiar bene, dell'arte, delle tradizioni e dei Santi.
Abbiamo una identità che dobbiamo difendere e trasmettere ai nostri figli, pertanto non lasciamocela rubare, altrimenti i futuri cittadini italiani diverranno i figli di tutte le culture e di nessuna!