Per i bambini i litigi sono componenti naturali, legati al bisogno di conoscersi e di imparare a stare con gli altri. Essi non mantengono rancore.
Attraverso il litigio il bambino impara:
- a riconoscere se stesso e gli altri,
- il senso del limite, individua, grazie alla resistenza che incontra
- a conoscere le proprie capacità e i propri difetti,
- a sbagliare, a scoprire l’errore come momento evolutivo e creativo,
- a gestire le proprie forze e a misurare quelle degli altri.
L’applicazione del «metodo maieutico» triplica la percentuale di accordi spontanei e favorisce una diminuzione delle liti.
Il metodo maieutico si basa su 4 aspetti fondamentali:
- Non cercare il colpevole
- Non imporre la soluzione
- Favorire la versione reciproca del litigio
- Favorire l'accordo creato da loro stessi
Specialmente al nido, i bambini non riescono ad esporre il problema del loro litigio a parole, ma è molto evidente nel loro comportamento "aggressivo" fatto di morsi o spintoni. Anche se sembrerà un comportamento indifferente da parte dell'educatrice, è bene che questa non intervenga, a meno che il comportamento del bambino aggressivo non risulti persistente (in questo caso basta che la maestra faccia un gesto di diniego con il dito accompagnato con un piccolo rimprovero "non si fa perchè gli/le fai male), in quanto i bambini, subendo l'intervento dell'adulto, perdono le loro naturali capacità di autoregolazione.
Ahimé, molte volte è capitato di assistere ad un litigio tra mamme causato da un bisticcio tra i loro figli. I BAMBINI HANNO BISOGNO DI LITIGARE E DI SBROGLIARE LA MATASSA DELLA DISCUSSIONE TRA DI LORO, NON HANNO BISOGNO DEGLI ADULTI PER AFFRONTARE LA SITUAZIONE. Mentre gli adulti quando litigano ci impiegano giorni, settimane e a volte anche anni per riappacificarsi, ai bambini basta 1 minuto per trovare la soluzione e riconciliarsi.
"Il minuto” è la misura del tempo in cui i bambini di 3-6 anni riescono a risolvere il conflitto da soli.
A volte si può notare che uno dei due bambini cede al conflitto, ma questo non è sinonimo di debolezza, anzi,il bambino che cede molto spesso sa trovare l'alternativa e si sa riorganizzare meglio.
In caso di conflitto tra bambini più grandi, l'educatrice può seguire le seguenti tappe:
Primo step: “Cosa sta succedendo?“
Secondo step: “Cosa si può fare?”
Entrambe le domande attivano le risorse dei bambini.
Un libro che mi sento di consigliare ai genitori è questo:
https://books.google.it/books?id=ELOiCgAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_atb#v=onepage&q&f=false
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