Benvenuti sul mio blog!

Mi presento: mi chiamo Anna e sono un'educatrice sociale e professionale, nonché educatrice montessoriana.
Fin da piccola ho sempre avuto un debole per i bambini e tutto ciò che riguarda la pedagogia.
La prima volta che ascoltai la parola "pedagoga" ero adolescente e me ne innammorai subito. Questa parola mi ha affascinato per anni, sentivo che riguardava ANCHE i bambini, poi pensai: "da grande voglio fare la pedagoga".
Il mio modello d'ispirazione? Maria Montessori

Non è un caso che il titolo del mio blog mi sia stato ispirato proprio da lei. Infatti il termine "Fanciulli della terra" si riferisce ad un programma, delineato dalla stessa Montessori, per la scuola secondaria*.
Nel mio blog certamente non parlerò del suo programma, ma di tutto ciò che riguarda i bambini e gli adolescenti, in ambito sia educativo che sociale.

Il blog non sarà solo uno spazio dove pubblicare le mie opinioni, ma ci saranno anche delle sezioni dedicate alle favole, al laboratorio manuale, all'educazione Cristiana, ai pensieri pedagogici in genere ed a tutto quello che reputerò attinente.

Grazie per la visita e ...

Buona navigazione!

* Con questo termine essa fa riferimento alla costruzione dell'identità sociale e personale dei ragazzi, partendo dalle origini della civiltà umana, ossia nello stadio in cui i popoli, stabilizzandosi in una terra, aprirono un'era di vita pacifica e di progresso civile. ("Riforme in relazione ai bisogni vitali degli adolescenti" tratto dal libro "Dall'infanzia all'adolescenza" di Maria Montessori Ed. Franco Angeli. pag 116)

martedì 31 maggio 2016

1 Giugno: Festa Internazionale dei Bambini



Permessi di esistere
Sono contento che tu sia nato, mi piace nutrirti, accarezzarti e prendermi cura di te
Sono contento che tu sia maschio/femmina
I tuoi bisogni ed i tuoi desideri sono legittimi: li accetterò e li soddisferò
Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno per crescere: non c'è fretta
Sono felice di esserti vicino, di abbracciarti e di occuparmi di te

Permessi per fare e per sentire
Sono contento che sperimenti ed esamini le cose, che sperimenti
le tue capacità ed i tuoi limiti
Sono felice che tu stia crescendo
Puoi pensare con la tua testa, puoi avere idee diverse dalle mie e fare le tue scelte
Sono contento che ti separi da me
Mi piace che tu esprima le tue emozioni, non mi spaventano anche se sono intense,
quando vuoi puoi esprimere ciò che senti
(gioia, paura, rabbia, tristezza), saprò accoglierti
Puoi fidarti delle tue sensazioni ed essere sicuro di ciò di cui hai bisogno
Puoi fare sapere alle altre persone quanto sei arrabbiato
Non devi sentirti responsabile di quello che sentono gli altri
Puoi fidarti delle tue sensazioni e riconoscere i tuoi bisogni
Puoi pensare ed al tempo stesso sentire le emozioni

Permessi per fare
Puoi muoverti ed esplorare ciò che ti circonda, quando fai questo sappi che,
se vuoi, io posso prendermi cura di te
Mi piace che tu prenda iniziative, esplori e sperimenti cose nuove
Puoi essere curioso ed intuitivo
Puoi fare le cose che vuoi e che senti
Puoi fare le cose in modo autonomo e allo stesso tempo
ricevere sostegno e protezione




(A. Bobbio, Bambini, culture, persona, La Scuola, Brescia, 2005)

mercoledì 25 maggio 2016

FIABE GARGANICHE: SCAZZAMURRÈDDE




SCAZZAMURRÈDDE
ovvero
IL FOLLETTO SCAZZAMURRÈDDE

Ce stéva na vòta, tanto tempo fa, un folletto, conosciuto dappertutto: il suo nome era Scazzamurrèdde. Tutti gli volevano bene e tanti, però, ne avevano un po' paura. Si parlava sempre di lui in tutti i paesi garganici, ma proprio tutti: San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo, Rignano, Manfredonia; Monte S. Angelo, Vieste, Rodi Garganico, Vico del Gargano, Peschici, Carpino, Cagnano Varano, San Nicandro Garganico, Poggio Imperiale, Lesina...
Com'era? Come un nano, piccolo piccolo, un poco goffo e portava in testa sempre una “scazzéttela”, uno zucchetto di colore rosso. Non sempre, però. Dipendeva da tante cose, perché qualche volta, anche un berretto a sonagli, faceva al caso suo. Quando lui camminava si sentivano i passi del suono degli zoccoli, abbastanza pesanti, indossati sopra le calze di colore rosso.
Il carattere? Servizievole e generoso, dispettoso e inquieto, semplicione e furbacchione, mattacchione e anche musone, avaro e generoso... Perché? Beh, veramente dipendeva... da tante cose. Anzi, attenzione: sscc...sscc...silenzio, pare che stia arrivando!
Vediamo cosa sta facendo in questo momento....

Eccolo, stamattina non vuole rimanere nella solita casa di ogni giorno, sempre a sentire lo stesso odore di umido, di muffa, di olio e di vino. In quella casa antica, buia e nera, che si trova nella parte più vecchia del paese, oggi non vuole proprio starci.
Sarà meglio girare nelle case lì attorno, ma ...accidenti, ha perso la sua scazzéttela, e va frugando dappertutto, per rimettersela in testa perché, quando non ce l'ha, rischia di essere visto dagli altri e lui ci tiene a non farsi vedere, a non farsi scoprire. Perché? Per tutto quello che combina...
Fruga persino nel giardino della casa a fianco alla sua e ah! Eccola, finalmente trova la sua scazzéttela. Ma è così sporca di... marmellata! E stavolta non è stato lui a sporcarla, né a rubare la marmellata, sicuro!
Sono stati proprio loro, Manuéle e Nunziatina i quali, avendo rubato in tutta fretta la marmellata, hanno pestato e sporcato il suo prezioso zucchetto. Cosa fare? Mettersi il berettino rosso a sonagli!....Beh, sì, anche se a malumore.
Manuéle e Nunziatina, intanto, sono presi dai loro giochi, si girano e...
- Bimbi che fate? - chiede il folletto Scazzamurrédde.
- Stiamo giocando, non vedi?
- Certo, ma sapete cosa vi dico? La prossima volta non rubate né marmellata né cioccolata. Oggi, per colpa vostra, sono costretto a tenermi in testa anche il berrettino rosso a sonagli!...Così potranno vedermi gli altri e io non voglio essere visto...ma
- E perché non si ruba la marmellata, né la cioccolata? - chiedono all'unisono i bambini.
- Perché non si fa. È la mamma che sa bene ciò che non può farvi male. È utile mangiare, ma bisogna stare attenti anche in questo, a non esagerare, intesi? Un'altra cosa, prima di andare via: non dite agli altri che a mangiare tutte quelle cose lì sono stato io. Le bugie non si dicono mai. D'accordo?
- d'accordo – rispondono i bambini, mentre Scazzamurrèdde strizza loro un occhiolino, fa un'acrobatica capriola e si allontana, allietato dalla melodia dei suoi sonagli.

In cucina intanto cummare Mariétta è mortificata per quel vetro che si è rotto per caso. Come si fa, ora, a rimettere uno nuovo, se i soldi in casa non ci sono? Eh, sì, certo, suo marito è un gran lavoratore, lavora e lavora e intanto i soldi, in casa, non arrivano mai, ma proprio mai. E quanto si arrabbierà appena saprà del vetro rotto! Intanto fuori fa freddo e non si può stare in casa al fresco, senza vetro. Mica l'ha fatto apposta, lei?! Si sarà forse un tantino distratta. D'altronde ha tanti pensieri per la testa: cucinare, aiutare in campagna, seguire i figlioli a scuola, pulire la casa, dare retta alle comari che, non avendo proprio niente da fare, spesso vanno da lei per raccontarle tutte le loro disgrazie.
Ah, questo vetro rotto non ci voleva proprio!...
Cummare Mariétta avverte in casa una strana presenza, eppure non vede nessuno, ma...cosa succede? Dal soffitto stanno piovendo tanti “tornesi”. Che bello! Quanta provvidenza! Ma sono proprio tanti soldi....
Altro che pagare solo il vetro rotto.....Vuole ringraziare qualcuno, chissà chi....Si guarda intorno ma... non vede nessuno. È vero, non c'è nessuno!

Scazzamurrèdde, zitto zitto, entra attraverso la fessura della porta, in casa della famiglia accanto. Oggi qui non c'è anima viva! Vuole proprio divertirsi. Allora indossa i vestiti che ci sono nell'armadio, gli stivaloni di gomma e quant'altro trova e si specchia. Che ridere senza il suo solito abbigliamento! Lasciamo tutto in disordine? Certo, tutto in disordine.
Questo chianchetèdde – sgabello – non va bene qui, ma a fianco del caminetto. Poi questo lume lasciato sul comò, che ci fa acceso anche di giorno? È meglio spegnerlo. E questo comò accanto al letto, pare sospetto. Guardiamo un po'. Apre il primo tiretto e ...quanti soldi ci sono dentro...Eh no, questi soldi mica sono stati guadagnati come si doveva!
Non va bene. Scazzamurrèdde toglie tutto: questi soldi li darà solo alle persone che si comportano bene, persone laboriose, virtuose, assennate, magari caduti in disgrazia per una malattia improvvisa, per una catastrofe provocata dal maltempo all'abitazione e cose di questo genere.
I signori padroni non troveranno più i loro soldi? Che importa, così impareranno ad essere più onesti....

Prosegue la sua visita, Scazzamurrèdde, infilandosi ora attraverso il caminetto, nell'altra abitazione. Qui c'è Rusunèlla, la figlia di cummare Ntìna, intenta a ricamare al telaio. Deve sposarsi e deve completare il corredo. In paese si usa avere la dote. Lui, il fidanzato, porterà in dote una vigna e forse “lu ciucce e lu traìne” - l'asino e il carretto -, mentre lei, Rusenèlla, solo il corredo perché la casa, nonostante l'insistenza dei suoceri, non c'è proprio. Allora bisogna portarsi in dote almeno il corredo e così come dice un proverbio: “tisse, tisse, tisse ca la téla ce finisce” - tessi, tessi, tessi che il lavoro si completa -, la ragazza, dall'alba fino a sera tardi, è sempre costretta a lavorare.
Poi sospenderà il ricamo per fare il bucato, riordinare la casa, ammassare il pane per portarlo a cuocere al forno, e poi, e poi...Quanto lavoro ancora da fare!...E, intanto, almeno la tela, da “lu funnechére” - il negoziante di stoffe -, bisogna proprio pagarla. Anzi è già mezzogiorno e bisogna affrettarsi per andare al negozio da Jèseppe, a portare i due “tornesi” di acconto, così come contrattato.
Rusenèlla lascia il telaio, le forbici, la sfilatina colorata e gli altri accessori di ricamo, si riordina al meglio, apre il tiretto del comò per prendere i due tornesi e ...meraviglia delle meraviglie: il tiretto è pieno di soldi! Veramente aveva avuto l'impressione di un lieve movimento in casa, forse era entrato qualcuno? Eppure, intenta come era al lavoro, non ce n'era proprio accorta!
Quanta fortuna avrà da raccontare a mamma e papà, quando torneranno dalla campagna....e finalmente, ora potrà anche sposarsi.

Scazzamurrèdde deve tornare di fretta a casa perché, quella famiglia presso la quale abita, sta traslocando avrà quindi ancora da fare. Però, prima di tornare a casa, deve ficcare il naso altrove, almeno solo per un po'.
Ma non si accorge di aver perso la sua scazzétela, per cui rischia di farsi vedere da qualcuno. Tuttavia, si infila svelto svelto in un'altra abitazione, una dei nostri tempi, proprio come la nostra. È già pomeriggio, ma non importa. Facendo attenzione a non far rumore, passa dalla cucina alla stanza accanto. Lì nella cameretta, c'è un bambino solo che piange: è Cenzìne, il quale, seppur circondato da tanti giocattoli, piange perché la mamma non c'è, è ancora al lavoro e altrettanto l suo papà. Dovrà aspettare ancora tanto e fino a sera, addirittura per poter stare in compagnia! C'è, è vero, la televisione, ma accidenti dalla mattina alla sera sempre le stesse cose, gli stessi cartoni animati, tanti film con tante scene diverse ma sempre uguali....E la nonna, dov'è la nonna? Quanto piacerebbe a Cenzìne sentirsi raccontare qualcosa, una favola, una fiaba, un racconto!....Ah, sapesse almeno leggere! Ma è ancora piccolo!...Si sente, però, un tintinnio di sonagli, una presenza strana. Chi mai sarà?
Eccolo! Scazzamurrèdde, proprio lui e tutto in rosso! Vuole fare compagnia a questo grande tesoro di bimbo. Si presenta a Cenzìne con un ampio, goffo inchino. Con una mossettina del capo fa sentire l'armonia dei sonagli, si strofina gli occhi con aria misteriosa, incolla piano piano sul naso un paio di occhiali senza lenti, poi prende un libro e inizia a leggere: “Ce stéva na vòta...”

Ma...forse c'è tuttora. Perché dove c'è semplicità e fantasia, lì i sogni fioriscono ancora.

(Tratto dal libro "CE STÉVA NA VÒTA" di Natina Mascolo-Vaira)

martedì 24 maggio 2016

MAGNETI

OCCORRENTE
  • Pasta di sale (100gr di farina - 100 gr di sale - 660 ml di acqua)
  • Formine per biscotti
  • Colori acrilici
  • Decorazioni
  • Piccole calamite





venerdì 20 maggio 2016

GENITORI CONTRO INSEGNANTI

GENITORI CONTRO INSEGNANTI (da Educare.it)

Di fronte al lungo elenco degli episodi di violenza (soprattutto tra adulti) che si ripetono nelle scuole in tutta Italia sotto forma di insulti, minacce, episodi rabbiosi a danno dei professori è lecito fare qualche riflessione. «La colpa non è dei maestri, degni di rimprovero sono i genitori che non esigono per i loro figli una severa disciplina dalla quale possono trarre giovamento. Essi devono abituare gradualmente i giovani alle fatiche, lasciare che si imbevano di letture serie e che conformino gli animi ai precetti della sapienza... invece i fanciulli nelle scuole giocano».
Questa famosa citazione, scelta dal prof. scrittore Alessandro D'Avenia per parlare dello stato dei rapporti genitori-insegnanti-ragazzi della scuola di oggi, non è altro che un'invettiva che si trova nel Satyricon di Petronio che voleva descrivere la decadenza dell'educazione in una società decadente. Genitori e insegnanti hanno rotto quell'alleanza che è alla base dello sforzo di far crescere i ragazzi, sui quali troppe volte si riverberano gli effetti di questa crisi.
La questione non è solo italiana ma riguarda anche l'Inghilterra e la Francia, nazioni in cui i professori si sentono oggetto continuo di giudizio e pregiudizio. La professoressa Bruna Grasselli dell'Università Roma-Tre, nel suo saggio Vita di relazione con alunni, insegnanti e genitori lo chiama il "disordine della comunicazione" che rende insopportabile "la fatica emotiva dell'insegnante". Colpa dei genitori che rinunciano alla funzione educativa o colpa degli insegnanti che non sanno fare il proprio mestiere e non collaborano con i genitori?
Nel suo libro La famiglia adolescente lo psicanalista Massimo Ammanniti ragiona su come è cambiata la dinamica nelle famiglie: «ci sono meno figli, i genitori investono molto su di loro in un atteggiamento narcisistico che crea anche complicità genitore e figlio per arrivare al successo. Le parole impegno, responsabilità, lavoro passano in secondo piano, i genitori "hanno bisogno" dei risultati dei figli e non sono disposti ad affrontare il conflitto. Ecco che in questo quadro, la colpa è sempre degli insegnanti che non riescono, secondo i genitori, a fare abbastanza per i loro tesori: un eventuale fallimento non è del figlio ma del suo professore. Se i genitori non sono pronti ad accettare gli insuccessi dei propri figli è vero anche che gli insegnanti si trovano di fronte a ragazzi più rapidi di loro nell'uso delle tecnologie in una scuola ancora organizzata come lo era negli anni cinquanta».
Gestire la convivenza in classe e fuori resta la più grande paura degli insegnanti. Secondo uno studio condotto dalla Fondazione Agnelli la più grande ansia diffusa tra i prof. è quella di come gestire la classe e la comunicazione con le famiglie. Gli episodi di violenza in ambito scolastico (Catania, Ostia, Macerata, Bologna, Enna) testimoniano le difficoltà di comunicazione tra genitori e insegnanti i quali, in questo contesto, si sentono aggrediti fisicamente e moralmente e non riescono a far accettare ai genitori i principi educativi necessari per la convivenza, il rispetto delle regole sulle quali si basa la condivisione, la collaborazione e il rispetto reciproco.
Fonte: Corriere della Sera 13/5/2016 


giovedì 19 maggio 2016

LE MARIONETTE


OCCORRENTE:
Calze
Pezzi di stoffa
Forbici
Colla vinilica
Un pezzo di cartone (da inserire all'interno della calza, in modo che il bambino possa avere una superficie piatta su cui incollare gli occhi e la bocca)


ALTRE MARIONETTE: LE BAMBOLINE





OCCORRENTE:
Cartoncino
Lana
Ritagli di stoffe
Sagome piccole di vario genere
Cannucce
Nastro adesivo
Forbici
Colori
Colla vinilica

1) disegnare sul cartoncino una sagoma di un cucchiaio (sarà la base della bambolina) ritagliare e applicarlo con lo scotch alla cannuccia

2) disegnare con i colori gli occhi e la bocca sulla parte larga del cucchiaio

3) tagliare i fili di lana e incollarli sulla parte superiore della testa formando i capelli

4) tagliare il pezzo di stoffa a triangolo e avvolgere la parte inferiore del cucchiaio

5) incollare le piccole sagome sui capelli e sul vestito.

IL BUON GENITORE











FONTE: Fb

mercoledì 18 maggio 2016

/\/\ I VOTI W LA SCUOLA


Con la fine del mese di maggio, inizia il conto alla rovescia per molti studenti italiani per le vacanze estive nonché per l'esito finale che troveranno sui quadri allestiti all'ingresso della scuola.
Ma cosa sono i quadri scolastici?? Direi il terrore di molti studenti.
Dunque, un quadro é una tabella su cui ci sono scritti i voti di ogni singolo studente, ossia la loro valutazione per essere ammessi o non all'anno successivo.

Ma i voti sono veramente utili? E se si valutasse un ragazzo in base alla sua attitudine anziché sul risultato del suo apprendimento senza i voti?

Per come la penso io, a scuola si va per imparare e non per primeggiare.
Il voto viene influenzato da vari fattori, pertanto ritengo che esso non rispecchi la reale valutazione e di conseguenza crea discriminazione tra gli alunni.

L'apprendimento da parte dell'alunno deve essere scevro da giudizi, in quanto ogni alunno ha i suoi tempi di apprendimento e soprattutto le sue attitudini.
Con il sistema valutativo si dà importanza più al voto anziché all'effettivo apprendimento dell'alunno; per non parlare del "marchio" che gli si da', selezionando il "bravo" e il "ciuchino".
Secondo me, gli insegnanti dovrebbero dare più importanza all'attitudine di ogni ragazzo, senza penalizzarlo in una determinata materia, in questo modo ognuno si sentirà gratificato e rispettato da tutti.
Per esempio, se un ragazzo è più portato per le materie scientifiche e meno per l'arte, è inutile dargli un brutto voto, poiché nella sua vita non si interesserà mai a tale materia. In ogni caso la scuola continuerà ad insegnargli l'arte, in quanto educa alla bellezza, ma senza penalizzarlo, tuttavia qualcosina gli resterà! ma gratificandolo nella materia per cui è più portato.
La scuola non è un posto di lavoro, in cui in cambio della prestazione si riceve una paga. A dargli la paghetta, saranno i genitori che lo gratificheranno per l'impegno scolastico, per l'aiuto che dà in casa, ecc..
La scuola è un luogo in cui i bambini e i ragazzi devono sentirsi uguali. Il suo compito è quello di trasmettere le conoscenze necessarie per costruire il futuro del ragazzo e non per distruggerglielo.


domenica 15 maggio 2016

GIORNATA MONDIALE DELLA FAMIGLIA


Educa un uomo ed avrai educato una persona, educa una donna ed avrai educato una famiglia.
                                                                                            (Proverbio africano)

venerdì 13 maggio 2016

Il gioco euristico

Ideato e diffuso dalla pedagogista Elinor Goldschimied


Lo sviluppo nei bambini

Nei primi 18 mesi, i bambini sanno eseguire solo azioni motorie, successivamente quelle mentali. Man mano che crescono entrambi le azioni si differenziano e si coordinano.

martedì 10 maggio 2016

IL CIELO DEGLI ORSI

È uno spettacolo di teatro d'ombre per bambini dai 3 agli 8 anni.
Un modo originale per raccontare una storia che tratta di due argomenti astratti come la nascita e la morte, a volte difficile da spiegare ai bambini.
Tra l'altro, ho avuto il piacere di conoscere personalmente il regista Fabrizio Montecchi. E' un professionista in gamba e molto creativo.


WISKIE IL RAGNETTO


È un video che ho realizzato al laboratorio di teatro d'ombre. Insieme a due ragazze abbiamo ritagliato le sagome e abbiamo inscenato la filastrocca.

Whisky ragnetto sale la montagna
la pioggia lo bagna
e Whisky cade giù, giù, giù!
Ma ecco esce il sole
e Whisky si è asciugato
risale la montagna e va sempre più sù, sù, sù!
Sulla montagna c'è una casetta
con una streghetta
che se lo vuol mangiar, gnam, gnam!
Ma Whisky è molto furbo
riscende la montagna
e va dalla sua mamma
e non la lascia più, più, più!

venerdì 6 maggio 2016

DIAMO IL BUON ESEMPIO!

 
 


E per la festa della mamma...

OCCORRENTE:
  • CD
  • CARTA VELINA BIANCA (PER I PETALI)
  • CARTA VELINA GIALLA 
  • FOTO
  • CARTA VELINA COLORATA (PER IL GANCIO)
  • COLORI A TEMPERA
Tagliare tutte le parti del fiore, scrivere su ogni petalo il pensiero di ogni bambino per la propria mamma
Far dipingere il cd ai bambini 
Incollare tutte le parti del fiore sul cd



Infine attorcigliare striscette di carta velina formando dei cordoncini, che verranno fermati con lo scotch di carta dietro al cd a mò di gancio.

MAGGIO: il mese di Maria

Maggio oltre ad essere il mese in cui, nella seconda domenica si festeggia la mamma, è anche il mese della Madonna, la Madre di tutti.

Noi cattolici invochiamo Maria per mezzo del Santo Rosario chiamandola:
  • Regina del cielo
  • Regina concepita senza peccato originale
  • Porta del cielo
  • Stella del mattino
  • Salute degli infermi
  • Rifugio dei peccatori
  • Regina degli Angeli
  • Regina dei Patriarchi
  • Regina degli Apostoli
  • Regina dei Martiri
  • Regina di tutti i Santi
  • Regina del Santissimo Rosario
  • Madre della Chiesa
  • Madre della divina grazia
  • Rosa mistica
  • Torre di Davide
  • Arca dell'alleanza
  • Vergine degna di onore
  • Vergine degna di lode
  • Vergine potente
  • Vergine clemente
  • Specchio di perfezione
  • Sede della sapienza
  • Causa della nostra gioia
  • Tabernacolo dell'eterna gloria
Ho pensato dunque di segnalarvi questo sito in cui, chi vorrà, può recitare il 
SANTO ROSARIO in modo semplice. Il sito vi guida passo per passo.