Benvenuti sul mio blog!

Mi presento: mi chiamo Anna e sono un'educatrice sociale e professionale, nonché educatrice montessoriana.
Fin da piccola ho sempre avuto un debole per i bambini e tutto ciò che riguarda la pedagogia.
La prima volta che ascoltai la parola "pedagoga" ero adolescente e me ne innammorai subito. Questa parola mi ha affascinato per anni, sentivo che riguardava ANCHE i bambini, poi pensai: "da grande voglio fare la pedagoga".
Il mio modello d'ispirazione? Maria Montessori

Non è un caso che il titolo del mio blog mi sia stato ispirato proprio da lei. Infatti il termine "Fanciulli della terra" si riferisce ad un programma, delineato dalla stessa Montessori, per la scuola secondaria*.
Nel mio blog certamente non parlerò del suo programma, ma di tutto ciò che riguarda i bambini e gli adolescenti, in ambito sia educativo che sociale.

Il blog non sarà solo uno spazio dove pubblicare le mie opinioni, ma ci saranno anche delle sezioni dedicate alle favole, al laboratorio manuale, all'educazione Cristiana, ai pensieri pedagogici in genere ed a tutto quello che reputerò attinente.

Grazie per la visita e ...

Buona navigazione!

* Con questo termine essa fa riferimento alla costruzione dell'identità sociale e personale dei ragazzi, partendo dalle origini della civiltà umana, ossia nello stadio in cui i popoli, stabilizzandosi in una terra, aprirono un'era di vita pacifica e di progresso civile. ("Riforme in relazione ai bisogni vitali degli adolescenti" tratto dal libro "Dall'infanzia all'adolescenza" di Maria Montessori Ed. Franco Angeli. pag 116)

venerdì 20 maggio 2016

GENITORI CONTRO INSEGNANTI

GENITORI CONTRO INSEGNANTI (da Educare.it)

Di fronte al lungo elenco degli episodi di violenza (soprattutto tra adulti) che si ripetono nelle scuole in tutta Italia sotto forma di insulti, minacce, episodi rabbiosi a danno dei professori è lecito fare qualche riflessione. «La colpa non è dei maestri, degni di rimprovero sono i genitori che non esigono per i loro figli una severa disciplina dalla quale possono trarre giovamento. Essi devono abituare gradualmente i giovani alle fatiche, lasciare che si imbevano di letture serie e che conformino gli animi ai precetti della sapienza... invece i fanciulli nelle scuole giocano».
Questa famosa citazione, scelta dal prof. scrittore Alessandro D'Avenia per parlare dello stato dei rapporti genitori-insegnanti-ragazzi della scuola di oggi, non è altro che un'invettiva che si trova nel Satyricon di Petronio che voleva descrivere la decadenza dell'educazione in una società decadente. Genitori e insegnanti hanno rotto quell'alleanza che è alla base dello sforzo di far crescere i ragazzi, sui quali troppe volte si riverberano gli effetti di questa crisi.
La questione non è solo italiana ma riguarda anche l'Inghilterra e la Francia, nazioni in cui i professori si sentono oggetto continuo di giudizio e pregiudizio. La professoressa Bruna Grasselli dell'Università Roma-Tre, nel suo saggio Vita di relazione con alunni, insegnanti e genitori lo chiama il "disordine della comunicazione" che rende insopportabile "la fatica emotiva dell'insegnante". Colpa dei genitori che rinunciano alla funzione educativa o colpa degli insegnanti che non sanno fare il proprio mestiere e non collaborano con i genitori?
Nel suo libro La famiglia adolescente lo psicanalista Massimo Ammanniti ragiona su come è cambiata la dinamica nelle famiglie: «ci sono meno figli, i genitori investono molto su di loro in un atteggiamento narcisistico che crea anche complicità genitore e figlio per arrivare al successo. Le parole impegno, responsabilità, lavoro passano in secondo piano, i genitori "hanno bisogno" dei risultati dei figli e non sono disposti ad affrontare il conflitto. Ecco che in questo quadro, la colpa è sempre degli insegnanti che non riescono, secondo i genitori, a fare abbastanza per i loro tesori: un eventuale fallimento non è del figlio ma del suo professore. Se i genitori non sono pronti ad accettare gli insuccessi dei propri figli è vero anche che gli insegnanti si trovano di fronte a ragazzi più rapidi di loro nell'uso delle tecnologie in una scuola ancora organizzata come lo era negli anni cinquanta».
Gestire la convivenza in classe e fuori resta la più grande paura degli insegnanti. Secondo uno studio condotto dalla Fondazione Agnelli la più grande ansia diffusa tra i prof. è quella di come gestire la classe e la comunicazione con le famiglie. Gli episodi di violenza in ambito scolastico (Catania, Ostia, Macerata, Bologna, Enna) testimoniano le difficoltà di comunicazione tra genitori e insegnanti i quali, in questo contesto, si sentono aggrediti fisicamente e moralmente e non riescono a far accettare ai genitori i principi educativi necessari per la convivenza, il rispetto delle regole sulle quali si basa la condivisione, la collaborazione e il rispetto reciproco.
Fonte: Corriere della Sera 13/5/2016 


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